Nei primi anni del secolo XIV, Pistoia, della fazione guelfa bianca, si trovò a dover combattere su due fronti contro Firenze e Lucca schierate con la fazione guelfa nera. Dopo una serie di assalti e tentativi di conquista nel territorio pistoiese, nel giugno 1302 le truppe fiorentine e lucchesi si ritirarono, spostando le proprie schiere ponendo l’assedio al castello di Serravalle, cardine della difesa pistoiese.
Dal mese di Giugno, nell’anno domini MCCCII (1302), il borgo fortificato di Serravalle fu assediato per più di ottanta giorni dai militi fiorentini e lucchesi, questi ultimi capitanati dal marchese Moroello III Malaspina, indicato in seguito da Dante nel suo Inferno come “Vapor di Val Magra”.
Moroello fece attrezzare un campo sulla collina dello Spedaletto, fece sistemare gran parte del proprio esercito sul colle della Castellina e circondò il castello di Serravalle con uno steccato per impedire alle genti e ai soldati all’interno di fuggire, rifocillarsi e chiedere aiuto. Per più di 60 giorni, tenne sotto scacco il castello, bombardandolo giorno e notte con l’ausilio di mangani e trabucchi.
Le schiere fiorentine, nel frattempo, occuparono la strada a valle in località Masotti, sull’attuale provinciale Pistoia-Montecatini.
Nel castello si trovavano più di trecento dei migliori uomini di Pistoia oltre ad altri soldati mercenari provenienti da Bologna, circa 500 arcieri ed il suo impianto era stato ben rifornito di vettovaglie ed armamenti.
La penuria di viveri ed il continuo "bombardamento" da parte dei nemici costrinse i serravallini a riunirsi in consiglio e fu deliberato di inviare nottetempo, attraverso passaggi segreti sotto il castello, un messo per chiedere rinforzi alla città di Pistoia.
I pistoiesi, avvertiti di quando succedeva nel loro castello, accorsero in forze cercando di rompere l'assedio andando in parte incontro alle forze Fiorentine posizionate presso il paese ed in parte al campo Lucchese della Castellina.
Avvistati gli aiuti che venivano da Pistoia i serravallini ripresero coraggio ed aprirono le porte uscendo in 400 armati per distruggere lo steccato che proteggeva il campo nemico ed aiutare le forze pistoiesi accorse in loro appoggio. Nonostante il tenace attacco non riuscirono però a resistere alla forza della moltitudine fiorentina e furono costretti a ritirarsi lasciando molti morti sul campo di battaglia.
I pistoiesi che erano alla Castellina intenti a scontrarsi con le forze Lucchesi, quando ebbero avvisaglia che il castello era perduto, si ritirarono in fretta e tornarono alla loro città, lasciando la rocca alla mercé dei nemici.
Il 6 settembre 1302, Serravalle si arrese a Lucca, schiacciato dalla sconfitta e dalla fame.
Moroello acconsentì alla richiesta di un salvacondotto e dispose che i mercenari venissero rilasciati con l’obbligo di tornare alle proprie terre, che il popolo di Serravalle, per aver salva la vita, giurasse fedeltà e sottomissione a Lucca e che, allo stesso tempo, ogni soldato di parte bianca, fosse incatenato e condotto nelle prigioni lucchesi.
Dopo la resa, i lucchesi, sotto la supervisione di Uguccione della Faggiola, edificarono una nuova fortificazione sul versante di Serravalle che guarda la Valdinievole che fu detta “Rocca nuova” e circondarono la Rocca Vecchia sul versante Pistoiese con un alto muro.
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